| La Parola TEATRO | Paola Giavina

La parola TEATRO

Dal dizionario Treccani: “teatro s. m. [dal lat. theatrum, e questo dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore»; la parola greca indicava, oltre che l’edificio per le rappresentazioni drammatiche, anche quello per assemblee e per pronunciare orazioni]”.

 

Fare teatro significa OSSERVARE? Cosa?

Il mondo, la vita, le persone, sé stessi.

 

Quale ruolo può svolgere il teatro oggi?

Il teatro è uno degli strumenti pedagogici più potenti a nostra disposizione. Tutto il secolo scorso è stato costellato da registi-pedagogisti che hanno dedicato la loro ricerca all’autenticità del movimento, del suono e della parola, del gesto quando intriso di significato e canale comunicativo attraverso cui leggiamo l’essere umano, di qualsiasi età, in relazione all’ambiente che lo avvolge, di cui lui fa parte.

Il teatro compie più azioni: diverte, inverte, converte, svela, sovverte, mostra.

Non confondiamoci con il teatro d’impostazione, del corpo e della voce, non mischiamo le potenzialità del teatro con il solo intrattenimento o il piacere di stare di fronte ad un pubblico per mostrare il proprio prezioso lavoro. Noi siamo per il teatro che cerca lo scambio e che sa muovere, trasformare, che ha cura delle persone, delle idee, che domanda senza avere risposte, che ricerca senza giudizio, che riconosce lo stupore quando a contatto con le parti essenziali, più vere che ci caratterizzano.

Spogliati di pregiudizi, di azioni preconfezionate, di parole ridondanti, di mode negli intercalari, restiamo semplicemente noi, noi come un campo fertile che aspetta solo di fiorire e sbocciare in tutta la sua potenza creativa. In questo spazio possono incontrarsi registi, attori, pubblico per prendere parte dello stesso atto creativo.

Il teatro nell’Antica Grecia ci racconta la stretta relazione tra arte teatrale, comunità e cultura, l’arte è evoluzione del pensiero, offre sguardi altri alla realtà quotidiana, mette possibilità e respiro dove sembrano non avere più spazio.

Il teatro è fra le arti più complete in cui corpo, pensiero, suono, vibrazione, anima, universo sono coinvolti in una stessa danza.

 

 

Se partecipo a un percorso di FERA cosa farò?

Il teatro che propone Fera permette alle persone di ritrovarsi (ritrovare sé stessi e gli altri) attraverso il processo creativo.

Sentirsi partecipe e parte attiva, viva, riconosciuta all’interno di un atto artistico capace di tradurre, portare una visione della nostra quotidianità mettendo luce su tematiche sensibili: come vogliamo vivere? Cosa ci rende felici? Cosa significa sentirsi persi?...

Questo tipo di esperienza parte da lavori ed esercizi che prendono basi salde dalla consapevolezza delle potenzialità racchiuse in noi:

- del nostro corpo, capace di comunicare i nostri stati d’animo

- della nostra voce, suono, vibrazione, con sé porta meta-messaggi: attraverso il tono, il volume, il ritmo, ciò che si traduce nel termine prosodia, abbiamo la capacità di comunicare oltre al significato stretto delle parole usate

- della nostra immaginazione, per comunicare, sentire e saper leggere cosa la vita ci offre serve essere visionari, il teatro facilità il processo immaginativo

- la capacità di accogliere: l’ascolto, ci permette di vedere e comprendere cosa accade fuori e dentro di noi.

Nei percorsi di Fera, ci si abitua a creare insieme, per quanto l’attenzione al singolo viene posta con cura e costanza, il valore più grande è racchiuso nel GRUPPO.

Ognuno di noi è parte di un tutto, un insieme, il gruppo è il luogo in cui l’apprendimento e la crescita si sviluppano nelle loro maggiori possibilità. Quanto si apprende in un gruppo non viene appreso da un singolo: le capacità di un gruppo sono irraggiungibili dal singolo.

Nessuno di noi è veramente solo, se lo vuole.

Attraverso i corsi teatrali di FERA, lo studio sul corpo/voce, sulla scrittura di uno o più testi, avviene sempre in un contesto di gruppo poiché il teatro è generoso e sa donare: ogni spettacolo portato davanti a un pubblico è un dono.

 

Gli spettacoli

È dato per scontato partecipare o meno agli spettacoli? No, a volte il processo con cui si realizza uno spettacolo è importante tanto quanto lo spettacolo stesso. Ognuno di noi ha specifiche necessità e desideri, ha ritmi e tempi differenti, così una persona può desiderare di scrivere e basta, di cantare e basta, di occuparsi di scenografie o di partecipare allo sviluppo delle idee senza prendere parte in veste di attore, allo spettacolo che si realizzerà.

Non esiste lo spettacolo inteso come saggio, ma esiste lo spettacolo pensato come progetto da realizzare in tempi e modalità che il gruppo costituito sceglierà.

E la performance è un atto di comunicazione con la comunità.

Il teatro quando generoso è fatto con e per le persone, permette agli attori di diventare colori in movimento per creare immagini come dipinti su tele, suggestioni che raccontano squarci di vita.

 

Il teatro è l‘atto più concreto e semplice che ci riconnette con lo stupore, rende visibile ciò che esiste nell’invisibile.

 

 

PROGETTI TEATRALI

NELLE SCUOLE

Condotti da Paola Giavina

 

 

FERA propone Laboratori teatrali per:

  • la lettura e la mediazione delle dinamiche di gruppo presenti nel contesto gruppo-classe;
  • sviluppare e affrontare attraverso il teatro argomenti presenti nella didattica scolastica;
  • la realizzazione di spettacoli e performance con gruppi di ragazzi sia in orario curricolare che extracurricolare a tematiche scelte;

 

I laboratori possono essere svolti nelle scuole:

  • Dell'infanzia;
  • Primarie,
  • Secondarie di primo grado;
  • Secondarie di secondo grado.

 

Fera Teatro inoltre propone Spettacoli di teatro e/o teatro di figura  a tematiche “sensibili” scelte con gli insegnanti nelle varie sedi scolastiche.

Il teatro nella scuola è un’occasione per ognuno di ri-conoscersi, ri-trovarsi e ascoltare e per capire meglio anche gli altri e la realtà che ci circonda attraverso lo sviluppo delle capacità di empatia e di osservazione. Il corpo nel teatro è considerato come indicatore e parte attiva, custode e specchio delle emozioni, dei pensieri, delle bellezze, delle parti di noi apparentemente irraggiungibili. Il fine è quello di creare un clima di benessere dove poter lavorare nella scuola e negli ambienti quotidiani, valorizzando le potenzialità inespresse e, se necessario, portando nuovi atteggiamenti. E’ un’occasione per cogliere la realtà e accompagnare con meraviglia la crescita e la formazione personale.

 

Per avere il progetto completo di spiegazione sulla metodologia adottata, sugli obiettivi generali e specifici, sulle tecniche e sulle possibilità progettuali, scrivere a Fera Teatro, alla email: ferateatro@yahoo.it

 

Per avere informazioni sulla lista di scuole in cui sono già stati realizzati progetti di Fera Teatro Relazionale Corporeo consultare il curriculum vitae di Paola Giavina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spettacoli per le scuole

 

Spettacoli di burattini:

 

L’arte, che si tratti di teatro, pittura, musica, danza, scrittura, arriva alle persone con la stessa immediatezza di un sorriso o di un gesto. È in grado di stimolare curiosità e di portare riflessione nelle persone con maggiore facilità rispetto alle semplici parole caratterizzanti il linguaggio quotidiano.

Le forme artistiche hanno da sempre rilievo nella trasmissione di cultura e concetti di etica, bellezza, è uno specchio nel quale si riflette la società.

In questo modo attraverso l’arte sono possibili forme d’insegnamento e d’apprendimento, l’accrescimento e lo sviluppo del senso critico.

Fera Teatro partendo da questa consapevolezza propone oltre ai laboratori anche spettacoli di burattini e d’attore che possono essere messi in scena nelle scuole.

 

 

Sinossi Spettacoli:

 

“Mondo musica”

 

Spettacolo originale. Mondo musica accompagna i bambini nell’ambiente musicale attraverso l’avventura che vede come protagonisti tre fratelli: Flì un piccolo flauto dolce; Tambù un tamburo; Ghita una chitarra.

L’antagonista è Atropos, uno stregone con il suo aiutante Igor, buffo, in realtà di animo buono, i due personaggi portano conflitto e discordia tra i tre fratelli con l’intento di eliminare la musica dal mondo. Chi salverà Mondo Musica sarà Flì il fratello più piccolo dei 3: spesso nei litigi sono proprio i più piccoli a soffrire, “subire” la situazione e a “vedere” meglio la realtà di quanto sta accadendo, in quanto i grandi quando affaticati dai problemi perché troppo coinvolti  emotivamente dalla pesantezza di alcune situazioni, perdono il contatto con quanto di più prezioso gli sta accanto: i bambini. Così accade anche nella nostra storia: Flì riesce a sconfiggere Atropos grazie ai consigli dati dal saggio e affettuoso nonno. Flì sconfiggerà Atropos solo grazie all’unione e alla collaborazione ristabilita tra i tre fratelli.

I temi di questo spettacolo di burattini sono: l’importanza dei nonni, il rispetto del sapere delle persone anziane, la fiducia nel mondo degli adulti e nella loro capacità di porre rimedio ai problemi, il valore affettivo e l’amore incondizionato di chi ci sta accanto, l’importanza di credere nelle proprie idee e in sé stessi, l’ascolto, la possibilità di sbagliare e il poterlo ammettere.

 

 

 

Spettacoli d’attore:

 

 

“La regina delle nevi”

 

Liberamente tratto da una favola di Hans Christian Andersen, “La Regina delle nevi”, parla dell’amicizia di due bambini, Gerda e Kai, messa a rischio dalla Regina delle Nevi che, amareggiata dalla solitudine, tenta attraverso un incantesimo di portare via con sé Kai rendendolo cattivo e antipatico attraverso un incantesimo capace di trasformandogli il cuore in un cuore di ghiaccio. Gerda attraverso peripezie e prove da affrontare, con l’aiuto di animali ed elementi della natura, salverà l’amico.

I temi portanti della favola sono: il rispetto e il rapporto con la natura; il senso di solitudine e come poterla affrontare; l’amicizia come valore di crescita ; il senso del perdono.

 

 

 

Spettacolo di Natale:

“Alisir e la voce di Natale”

 

Sinossi: Il “Libro magico dei canti di Natale” appartenuto a Babbo Natale è custodito da generazioni dalla famiglia di Alisir. A loro è stato affidato il compito, per ogni periodo natalizio, di insegnare alle persone del paese un nuovo canto. Essendo tratto da un libro magico, il canto ha la capacità di rendere felice chiunque immediatamente, questo potere così grande ingelosisce Bilibin, la strega che abita nel bosco accanto al paese di Alisir. Bilibin tenta di rubare il libro senza riuscirvi, poiché nascosto molto bene, e decide di privare Alisir della sua voce rendendole impossibile l’insegnamento del nuovo canto di Natale. Inizia così l’avventura di Alisir alla ricerca della voce perduta attraverso incontri e prove da superare.

È possibile chiedere spettacoli su temi specifici proposti dagli insegnanti per creare situazioni ad hoc per tutte le scuole e le diverse esigenze dei gruppi-classe.

 

 

 

 

 

 

 

 

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